Architettura Industriale

L’architettura industriale nasce dall’esigenza di creare ambienti di lavoro con condizioni ambientali ottimali, vista l’importanza sociale che riveste il lavoro.

Con l’avvento della rivoluzione industriale si iniziarono a costruire nel 1800 fabbricati industriali che fossero solamente funzionali tralasciando però l’aspetto artistico.

La macchina, infatti, veniva considerata all’opposto dell’arte e così anche gli edifici che ospitavano le macchine erano considerati lontani dall’architettura.

Quindi i primi tentativi, successivi, di costruire qualcosa di diverso, traevano origine comunque dall’architettura civile, non ottenendo naturalmente l’effetto visivo voluto, mancando delle corrette conoscenze.

Con il sempre crescente sviluppo dell’industria e della funzione che le fabbriche ricoprivano nella società nacque la necessità di realizzare strutture che avessero un loro senso estetico pur mantenendo la perfetta funzionalità delle strutture.

Quindi l’insieme di travature e pilastri che componevano gli edifici industriali, iniziarono a non essere visti più solo come strutture portanti di una costruzione, ma un elemento che poteva avere un giusto senso estetico.

Si iniziarono quindi a creare strutture dando libero sfogo alla fantasia, utilizzando nuovi materiali da costruzione, come il ferro e il cemento, creando strutture che oltre ad essere funzionali e utili per l’industria rappresentano esempi di una nascente branca dell’architettura.

Proprio l’enorme differenza di esigenze delle industrie e delle condizioni di posizionamento e di lavorazione degli edifici, ha dato la possibilità agli architetti industriali di poter dare una fisionomia unica ad ogni costruzione pur rispettando determinati schemi e volumetrie proprie del tipo di industria.

Generalmente la suddivisione degli edifici industriali può essere fatta a seconda del tipo di illuminazione di cui necessitano, rimangono al di fuori di queste categorie edifici speciali come i silos, i serbatoi, i camini oppure ambienti per utilizzi particolari.

Il principale edificio industriale può essere considerato il capannone, una costruzione in cui la maggiore estensione è in senso orizzontale rispetto a quella verticale.

Solitamente sono ambienti unici divisi da pilastri con una illuminazione prevalentemente dall’alto.

Per questo infatti le coperture dei tetti possono diversificate e comunque con la funzione principale di illuminare gli ambienti interni.

Le tettoie sono sono grandi ambienti soprattutto per l’industria pesante, con una illuminazione sia a tetto sia laterale. Per ultimi vi sono gli edifici a più piani con una illuminazione esclusivamente laterale, ma che per costruzione si differenziano comunque dallo schema degli edifici civili.

La scelta del corretto tipo di edificio dipende dalla tipologia di industria che verrà ospitata al suo interno, per esempio fabbriche in cui vi sia il grave rischio di incendi o di produzione di gas nocivi dovrebbero essere ad un solo piano.

Per gli edifici a un solo piano, come i capannoni, la maggiore attenzione architettonica viene rivolta agli ambienti interni e alle coperture che a volte raggiungono dimensioni impressionanti.

Gli edifici a più piani invece possono dare libero sfogo alla fantasia potendo creare particolari effetti sulla suddivisione dei piani in senso orizzontale.

L’architettura industriale ha portato all’utilizzo di nuovi materiali, alleggerendo le strutture e riuscendo a realizzare grandi coperture, ampie vetrate, pilastri portanti di notevole altezza.

Materiali come il ferro e la ghisa sono stati ampiamente utilizzati, soprattutto l’ultimo grazie alla possibilità di creare stampi complessi.

Molto utilizzate in architettura industriale sono le strutture prefabbricate in ferro e vetro o le tensostrutture quindi con un maggior utilizzo dell’acciaio.

Attualmente la maggior tendenza per la realizzazione di strutture architettoniche industriali coinvolge l’utilizzo di prefabbricati, per velocizzare la costruzione degli edifici e abbattere i costi.

Con l’utilizzo di materiali prefabbricati anche i materiali di costruzione sono mutati, infatti per gli interni viene spesso usato il cartongesso, mentre le materie plastiche hanno sostituito il vetro e l’alluminio.

Questi nuovi materiali consentono di adeguarsi alle norme di risparmio energetico e di inquinamento, potendo così realizzare adeguati isolamenti termici e sistemi per evitare sprechi energetici.

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